And a book, a brocoli and an artichoke…

Peintre
And a book, a brocoli and an artichoke…
La musica dei colori.
Credo che un pittore sia come un musicista. Penso che cambiare tipo di colori sia come cambiare strumento, cambiare soggetto come cambiare partitura.
Credo che oggi ogni corrente pittorica sia rappresentata e che ciò abbia permesso alla pittura contemporanea di trascendere il suo livello individualistico e diventare più universale, come lo è la musica.
Con me in particolare i colori sono prepotenti e testardi.
L acrilico, con quella sua fretta d d’asciugare mi mette la pressione, mi mette all’angolo, mi vuole grafica, come piace a lui.
L olio dal lato suo, mi lascia tutto il tempo, mi credo tranquilla, mi do all esercizio e piano piano, l olio mi possiede. Prende il controllo dei temi, mi lancia sfide. Lo sa d essere facile, d’essere plastico, corposo, sensuale, lo sa di liberarti dal disegno, di darti un ala per alzarti, di permetterti di scolpire fuori il disegno dal colore.
Ma è esigente, domanda esercizi, tanti esercizi.
Esercitarsi è fondamentale.
Esercitarsi è appunto come fare le scale, qualche arpeggio, un paio di strofe di un pezzo noto. I musicisti lo fanno in continuazione, nessuno ci vede niente di male. Il pittore lui, nasconde i suoi esercizi, ha come vergogna di fare vedere che ogni tanto fa delle cagate solo per fare un po’ di esercizio.
Esercitarsi è per sempre, non si ha mai finito di analizzare il lavoro degli altri se non lo si è copiato e riprodotto. Sono molto vicina ai giapponesi in questo : copiare e perfezionare, studiare.
Ogni soluzione trovata casualmente in un’arpeggio rieccheggera in una composizione più tardi.
La cohérence est surestimée.
Alla periferia di Lecce.
“Ammazzare il tempo non si può senza riempirlo di occupazioni che colmino quel vuoto. E poiché pochi sono gli uomini capaci di guardare con fermo ciglio in quel vuoto, ecco la necessità sociale di fare qualcosa, anche se questo qualcosa serve appena ad anestetizzare la vaga apprensione che quel vuoto si ripresenti in noi.”
E. Montale
A landscape is the millions of landscapes I have seen.
To see is to preserve, to stack one layer on top of the other, hundreds of thousands of images.
Ugly pics, classic tourists shots, beautiful photographs, one-second or one-hour long shots. All images, every second of the life.
Until one detail sums up all the experiences in a larger one, an image like a graphic word, the famous sense of the universal that we all share, "tutti, i belli e i brutti".
Art is the highest form of democracy.
Only very few of my landscapes are painted full air, and none from pictures, although I save inspirational pictures and I can sometime use them as a fast visual support or reminder.
This Plum Tree, for example, come from the inner world.
The winter melon.
One way to showcase my works in virtual rooms.
What worse then loosing yourself?
Life is this unbelievable sequence of shows. On stage, the decorations change, the script repeat itself.